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Appello ai giovani : “La medicina d’urgenza è una mission unica”. Dottore spopola in Rete


[Fonte La Nazione Cronaca di Prato]

Franco Lai, medico al pronto soccorso e vicepresidente della società scientifica Iemig, invita a guardare oltre i rischi dei sanitari in corsia “Questo è un lavoro appassionante e che dà soddisfazioni immense”.

Quasi 21mila visualizzazioni in appena 48 ore di quei 3 minuti e 19 secondi di video girato in maniera artigianale con indosso la divisa ospedaliera ed il fonendoscopio attorno al collo, pronto per qualsiasi caso urgente in arrivo all’ospedale. Un messaggio in controtendenza quello lanciato in Rete da Franco Lai, uno dei medici in servizio al pronto soccorso del Santo Stefano, scenario a più riprese e con maggior frequenza di episodi di violenza fisica e verbale su sanitari, utenti e vigilanti. Una clip che ha “sfondato” letteralmente la Rete, veicolando il volto reale di una professione da difendere e diventata bersaglio di un’aggressività inaccettabile e purtroppo all’ordine del giorno.

La fuga dei medici della medicina d’urgenza per le troppe insoddisfazioni dovute a stipendi magri, aggressioni e poca riconoscenza per i sacrifici e turni massacranti, viene mitigata dall’appello appassionato di Lai ai giovani dottori. Un appello che lancia anche in veste di vicepresidente di Iemig (Italian Emergency Medicine Interest Group), la società scientifica fondata 4 anni fa da medici del pronto soccorso pratese per contribuire alla conoscenza della medicina di emergenza urgenza con una serie di iniziative sia a favore di colleghi sia a favore della cittadinanza. “E’ una carriera unica ed appassionante – dice Lai, quale membro dell’American college of emergency physicians (Acep) la più prestigiosa associazione americana di medicina ed emergenza e da due anni docente aggiunto a titolo gratuito alla Scuola di specializzazione in medicina di emergenza Urgenza all’università di Siena – e la varietà di casi trattati favorisce un apprendimento incessante. Poi si stabilisce un profondo legame umano con i pazienti e le loro famiglie, specie nei momenti critici. La soddisfazione di vedere un paziente recuperare e riprendere in mano la propria vita è inestimabile”. Insomma una sorta di ’reclutamento’ per nuove leve della medicina d’urgenza ed un incoraggiamento da parte di Iemig affinché ci sia un risveglio per la passione della medicina d’urgenza allo stato puro

“Crediamo nella medicina d’urgenza – afferma il dottor Alessio Baldini, presidente di Iemig e direttore dell’Osservazione breve intensiva del pronto soccorso pratese a fianco del direttore Simone Magazzini – Il nostro progetto come associazione è di far crescere la cultura della medicina d’urgenza. Quello che sta succedendo nei nostri pronto soccorso è preoccupante: la sicurezza è inderogabile in quelli più a rischio e ciò richiede una presenza fissa delle forze di polizia, come nella realtà pratese. La fuga dei medici è comprensibile: la maggior parte dei casi che arrivano in pronto soccorso non sono di vera emergenza e dovrebbero trovare risposte sul territorio”. Secondo Baldini è arrivato il momento in cui “le società scientifiche debbono costruire un nuovo modello organizzativo di pronto soccorso. Le situazioni sanitarie non urgenti devono essere indirizzare in altre strutture intermedie territoriali”. Tra le tante iniziative in programma per Iemig ci sono ancora webinar e lezioni di approfondimento per operatori della sanità sul canale Youtube di medicina d’urgenza, oltre ad attività a favore dei cittadini.

“Stiamo lavorando al progetto ’Prato cardioprotetta’ – dicono Baldini e Lai – e pensiamo di donare dei defibrillatori Dae da installare in luoghi frequentati dai cittadini. Faremo anche dei punti informativi sulle manovre salvavita”. Una cultura della medicina d’urgenza che i dottori del pronto soccorso pratese intendono trasmettere alle giovani generazioni tanto che anche quest’anno Iemig ripeterà la serie di lezioni di urgenza per studenti delle scuole elementari, medie e superiori al Cicognini.

“Faremo un’edizione diversa e posticipata al prossimo anni del premio Valentina Liboni, in ricordo della nostra collega infermiera scomparsa prematuramente – concludono – mentre il prossimo anno per la prima volta stiamo organizzando un congresso internazionale sul trauma”.

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